In un mondo frenetico dove il sonno sembra sempre più un lusso, la ricerca di strategie efficaci per migliorare la qualità e la durata del riposo notturno è diventata una priorità.
Un recente studio condotto dall’Università di Otago, in Australia, potrebbe aver trovato una soluzione semplice ma efficace: piccole sessioni di esercizi di resistenza durante la giornata.
Secondo lo studio pubblicato sulla rivista BMJ Open Sport & Exercise Medicine, integrare brevi momenti di attività fisica nel tardo pomeriggio potrebbe essere il segreto per allungare e migliorare le ore di sonno. I ricercatori hanno reclutato 30 individui con uno stile di vita prevalentemente sedentario, chiedendo loro di svolgere due sessioni sperimentali in ambienti controllati.
I risultati hanno mostrato che coloro che hanno inserito mini sessioni di esercizio fisico nella loro routine serale hanno goduto in media 27 minuti in più di sonno rispetto a quando rimanevano sedentari.
Le due sessioni sperimentali prevedevano un periodo iniziale dalle 17:00 alle 17:30 dello stesso giorno della settimana, con una pausa minima tra le due prove.
Durante una delle sessioni i partecipanti rimanevano seduti per quattro ore; nell’altra effettuavano tre minuti consecutivi ogni mezz’ora dedicandosi a semplici esercizi come squat su sedia, sollevamenti del polpaccio e ginocchia al petto con estensione dell’anca. Questa alternanza ha dimostrato che anche brevi periodi d’attività possono avere un impatto significativo sulla qualità del riposo notturno.
I benefici osservati vanno oltre il semplice aumento della durata del sonno. Nonostante alcune credenze popolari suggeriscano che l’esercizio serale possa disturbare il riposo notturno, lo studio non ha rilevato differenze significative nella qualità del sonno tra i giorni d’intervento e quelli senza attività fisica specifica.
Ciò suggerisce che piccoli allenamenti serali non solo non pregiudicano il riposo ma possono effettivamente promuoverlo.
Queste scoperte sfidano le attuali linee guida che scoraggiano l’esercizio prima del riposo notturno per timore possa interferire con la qualità del sonno stesso.
Sebbene ulteriori ricerche siano necessarie per confermare questi risultati su una scala più ampia, gli indizi raccolti finora indicano chiaramente come l’integrazione dell’attività fisica nel tardo pomeriggio possa essere un valido alleato contro i disturbi del sonno.
In conclusione, questo studio apre nuove prospettive sulle modalità attraverso cui è possibile migliorare sia la durata sia la qualità del nostro riposo notturno attraversando vie finora poco considerate o addirittura scoraggiate dalle pratiche comuni.
La speranza è quella che ulteriori studi possano consolidare questi risultati preliminari offrendoci strategie sempre più efficaci per affrontare uno dei grandi mali dei nostri tempi: la carenza di un buon sonno ristoratore.
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