Le detrazioni fiscali rappresentano un importante strumento a disposizione dei contribuenti per alleggerire il carico fiscale annuale.
Ma cosa accade se ci si dimentica di indicarle nella dichiarazione dei redditi? È davvero tutto perduto o esiste una via di recupero?
Grazie ai recenti chiarimenti forniti dalla Corte di Cassazione, emerge una luce in fondo al tunnel per coloro che hanno omesso tali spese nel proprio rendiconto annuale.
La facoltà di emendare errori o omissioni mediante apposita dichiarazione integrativa trova fondamento nell’articolo 2, comma 8 bis del D.P.R. n°322/1998 come modificato dall’art.2 del D.P.R n°435/2001 e confermata da precedenti ordinanze (come quella n°373/2016).
Questa opportunità legislativa dimostra l’intenzione del legislatore di offrire ai contribuenti uno strumento efficace per rimediare a eventuali disattenzioni senza perdere i benefici derivanti dalle varie forme di agevolazioni fiscali previste dal sistema tributario italiano.
Grazie alle disposizioni legislative vigenti e ai recenti chiarimenti giurisprudenziali, i contribuenti hanno a disposizione un meccanismo utile per correggere gli errori nella gestione delle proprie finanze personali relative alle agevolazioni fiscali dimenticate nelle loro dichiarazioni annuali.
Per chi ha effettuato delle spese detraibili nel corso del 2022, ma non le ha indicate nella dichiarazione dei redditi, sorge spontanea la domanda: è possibile recuperare il beneficio fiscale perso? La risposta è affermativa.
Contrariamente a quanto molti potrebbero pensare, le detrazioni fiscali non richieste nell’immediato possono essere recuperate entro un termine ben preciso. Infatti, la legge prevede la possibilità di presentare una dichiarazione integrativa fino al 31 dicembre del quinto anno successivo alla presentazione della dichiarazione originaria.
La Corte di Cassazione con l’ordinanza 14889 del 28 maggio 2024 ha fornito importanti chiarimenti in merito. Sebbene il caso specifico riguardasse le detrazioni per bonus edilizi, i principi espressi dalla Suprema Corte sono applicabili a tutte le tipologie di detrazione.
Il messaggio è chiaro: al contribuente è sempre consentito correggere eventuali errori o omissioni attraverso la presentazione della dichiarazione integrativa nei termini previsti dalla legge.
Non si parla qui del modello 730 integrativo, che ha scadenze più immediate e restrittive (25 ottobre dell’anno in cui viene presentato il modello ordinario o precompilato), ma dell’integrazione della dichiarazione dei redditi propriamente detta.
Questa può essere effettuata entro un arco temporale più ampio, garantendo così maggior flessibilità al contribuente che intenda recuperare benefici fiscali dimenticati negli anni precedenti.
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