Il panorama delle sanzioni tributarie in Italia sta per conoscere un importante cambiamento, grazie all’introduzione del decreto legislativo 87 del 2024.
Questo nuovo decreto, che entrerà in vigore il 29 giugno 2024, mira a ridurre le sanzioni per diverse fattispecie tributarie, inclusa quella relativa alla dichiarazione dei redditi errata o infedele.
Ma cosa significa esattamente presentare una dichiarazione dei redditi infedele o errata e quali sono le novità introdotte dal decreto?
Le nuove normative offrono anche possibilità aggiuntive per ottenere ulteriori riduzioni delle penalità finanziarie: se la maggiore imposta dovuta (o il minor credito) è inferiore al %3 dell’imposta/credito dichiarato e comunque non superiore ai €30.000; oppure se la violazione non ha causato danni all’erario pubblico – situazioni nelle quali può essere applicata una sanzione fissa pari a €250.
Mentre il nuovo decreto legislativo rappresenta sicuramente una svolta verso la semplificazione e l’alleggerimento del carico punitivo nei confronti dei contribuenti che commettono errori nella compilazione delle proprie dichiarazioni fiscali, rimane fondamentale prestare attenzione alla correttezza e alla completezza degli elementi riportati nelle proprie comunicazioni con l’Agenzia delle Entrate.
Una dichiarazione dei redditi si considera infedele o errata quando uno o più elementi vengono indicati in misura diversa rispetto a quella corretta.
Questo può accadere sia per errore sia con l’intento di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto. La legge sui reati tributari (decreto legislativo 74 del 2000) classifica come reato la presentazione di una dichiarazione infedele, prevedendo sanzioni specifiche.
Prima dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni previste dal decreto legislativo 87 del 2024, le sanzioni applicabili variavano significativamente. In caso di dichiarazioni annuali contenenti dati non veritieri al fine di evadere le imposte, le sanzioni potevano oscillare tra il 90% e il 180% della maggiore imposta dovuta o della differenza di credito emergente dai controlli fiscali.
La legge stabiliva anche una sanzione minima non inferiore ai €200.
Con l’entrata in vigore delle nuove normative il prossimo giugno, si assiste a un alleggerimento delle pene previste per chi commette errori nella dichiarazione dei propri redditi.
La sanzione base per la dichiarazione infedele sarà ridotta al 70% della maggiore imposta dovuta con un importo minimo fissato a €150.
Tuttavia, è importante sottolineare che tali sanzioni possono essere incrementate nel caso in cui la violazione sia stata realizzata mediante l’utilizzo di documentazioni false o attraverso condotte fraudolente; in questi casi la penalità varierà da un minimo del 105% ad un massimo del 140% della maggiore imposta dovuta.
Per quanto riguarda i redditi prodotti all’estero e non dichiarati correttamente, è previsto un aumento della sanzione minima di un terzo rispetto alle tariffe standard.
È interessante notare che se il contribuente presenta una dichiarazione integrativa prima dell’inizio di qualsiasi attività ispettiva da parte degli uffici finanziari – ma entro i termini previsti – può beneficiare di una riduzione delle sanzioni applicabili agli omessi versamenti.
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