Chi non rispetta la scadenza per il pagamento dell’Imu 2024, può comunque pagare l’Imu, anche se in ritardo?
Ebbene sì. Il meccanismo congegnato dal legislatore al riguardo è quello del ravvedimento operoso.
Il pagamento dell’Imposta Municipale Unica (IMU) 2024 è scaduto lo scorso 16 gennaio. Tuttavia, a causa della crisi economica che ha colpito il nostro Paese e delle conseguenze della pandemia di Covid-19, non tutti i contribuenti sono in grado di adempiere all’onere tributario nei termini previsti.
Per venire incontro alle esigenze dei cittadini e consentire loro di regolarizzare la propria posizione debitoria senza incorrere in sanzioni troppo onerose, il Governo Draghi ha prorogato al 31 marzo prossimo la scadenza per il pagamento dell’IMU relativa all’anno d’imposta 2024. Ma cosa succede se anche entro questa nuova data limite non si riesce a versare l’imposta?
In questo articolo vedremo quali sono le conseguenze che si verificano quando un contribuente paga l’IMU in ritardo e come fare per evitare o quantomeno ridurre le sanzioni pecuniarie previste dalla legge.
Pagamento IMU 2024: cosa fare in caso di ritardo
L’articolo 13 del decreto-legge n. 1/2012 stabilisce che chiunque omette totalmente o parzialmente il versamento di un tributo dovuto allo Stato deve corrispondere una somma a titolo di interesse moratorio pari allo 0,3% per ogni giorno di ritardo nella misura minima di euro due.
Tuttavia, ai sensi dell’articolo 13-bis dello stesso decreto-legge n.1/2012 convertito con modificazioni dalla legge n.27/2012), coloro che effettuano il versamento del tributo dovuto entro i termini stabiliti dall’Agenzia delle Entrate ovvero dalle disposizioni legislative speciali vigenti alla data del suo scadere possono beneficiare della riduzione degli interessi moratori nella misura fissa dello 0,1% per ciascun giorno trascorso tra la data del suo scadere e quella del suo effettivo versamento.
La riduzione degli interessi moratori non spetta invece ai contribuenti che effettuano il versamento dopo gli accertamenti con adesione o dopo l’avviso bonario; né spetta qualora sia stata presentata istanza di accesso agli atti finalizzata alla definizione agevolata delle controversie tributarie; né infine spetta nel caso in cui sia stato disposto un provvedimento cautelare ovvero siano state avviate procedure di concorso nei confronti del debitore.
Come funziona Il ravvedimento operoso
Se oltre all’IMU si è omesso anche il versamento delle relative rate TASI e/o TARI (ove dovute), oppure si è superato più volte la soglia minima annua oltre la quale occorre presentare apposita dichiarazione da liquidazione periodica IVA (artt.21 e segg., D.P.R.n.633/1972) e ora ci si rende conto che bisogna pagare una penale salatissima perché troppo tempo è trascorso dall’inadempimento fino ad oggi ed ancora non c’è nessuno scrivendo un avviso bonario sul portone della propria abitazione o sede legale aziendale… eccovi una buona notizia!
Il ravvedimento operoso può essere utilizzato anche dai contribuenti privati e imprese (non solo dai professionisti iscritti agli ordini) quando hanno omesso totalmentre o parzialmente qualsiasi altro tipo d’imposta ordinaria (Iva compresa), sostitutiva od addizionale oppure ritenute alla fonte od acconti su imposte dirette; contributi previdenziali ed assistenziali; rimborsi indebitamente fruiti; canoni demaniali marittimi; canoni relativa concessioni governative sul gioco pubblico; canoni patrimoniali concessori da enti locali altri enti pubblici erariali comuni montani le province autonome regionali gli enti locali consorzi fra comuni ecc.; multe amministrative salvo quelle relative al codice della strada ecc..
