Fino a che punto è lecito non dichiarare al Fisco un regalo “in busta”? Andiamo a scoprirlo.
Il problema della donazione di somme “in contanti” nasce per evitare l’evasione o il riciclaggio di denaro.
Al riguardo è bene, innanzitutto, ricordare che il regalo di denaro in contanti fatto in occasione di nozze o altre ricorrenze, messo in una busta chiusa, si configura come normale donazione di modico valore.
Come tale non richiede l’atto pubblico.
Sotto questo profilo è importante sapere che le donazioni di carattere non modico, fatte senza l’atto di donazione, sono nulle e quindi potrebbero essere impugnate da chiunque senza limiti di tempo, anche dalla persona che inizialmente vi ha regalato i soldi e vi chiede la restituzione della cifra. Se però l’importo dovesse essere di notevole valore, si renderà necessaria la presenza di un notaio, sotto pena di nullità della donazione.
Sul punto la Corte di Cassazione ha stabilito che devono essere integrati due requisiti: quello oggettivo riguardante il valore del bene oggetto del contratto e quello soggettivo relativo alle condizioni economiche del donante. Questo significa che non esiste un vero valore fisso e bisogna valutare caso per caso; più il donante è ricco meno ha problemi a elargire somme consistenti.
Per esempio se una persona ha un patrimonio milionario una cifra elevata può comunque rientrare nella nozione giuridica generale del termine “modico”. Tornando ai classici regali in busta è consentito ovviamente farli ma rispettando una soglia massima: superato quel limite si potrebbe incorrere in eventuali accertamenti fiscali trovandosi così nelle condizioni di doversi difendere davanti alle contestazioni sul trasferimento del denaro da parte delle autorità.
Ma qual è il tetto massimo consentito dalla legge? Il tetto all’uso del contante è stato oggetto nel corso degli ultimi anni varie modifiche a testimonianza del fatto che si tratta comunque molto sentito e delicato. In Italia il limite all’utilizzo del contante ha l’obiettivo contrastare l’evasione fiscale ed incide anche in materia oneri detraibili. Nel 2024 ad oggi è possibile effettuare pagamenti entro la soglia dei 5mila euro (fino al 31 dicembre 2022 era più basso: duemila euro). Il limite vale sia per i pagamenti tra privati sia per i prestiti o regali tra parenti quindi entro i 5mila euro non sarà necessario fare bonifico o assegno perché basterà pagarlo con i soldi verdi.
Se invece si intende fare un regalo più sostanzioso bisognerà fare attenzione perché nel rispetto delle norme anti-riciclaggio queste vengano effettuate attraverso bonifico o assegno per garantire la tracciabilità dei soldi verificando così la provenienza dell’importo erogato. Tale indirizzo è stato ribadito dalla Corte nell’ordinanza dello scorso aprile dove si stabilisce anche che le cosiddette “donazioni informali” rientrano nell’accertamento dell’Agenzia delle Entrate richiedendo quindi documentazioni specifiche per attestarne la provenienza dei fondi erogati ai beneficiari dell’importo ricevuto come omaggio nuziale.
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