Torna una truffa pericolosa, che si chiama wangiri. Ecco in che cosa consiste e perché potrebbe sottrarti molto denaro.
Le truffe sono una piaga del nostro tempo, e purtroppo sono assai diffuse. Esse occorrono in diversi modi, e i malintenzionati adottano varie tecniche, volte per lo più a sottrarre denaro agli utenti.
A differenza di quanto si potrebbe pensare, cadere in queste trappole è piuttosto semplice, poiché sono ben pianificate. Ecco perché bisogna stare all’erta, per non essere ingannati. Informarsi può essere un buon modo per tutelarsi, ma stare attenti ai dettagli, può essere ancora più efficace. Oggigiorno, i truffatori si inventano davvero di tutto per ingannare gli utenti, e certe volte smascherare può essere un’impresa ardua.
C’è chi finge di appartenere a enti pubblici, a una banca oppure finge di essere un parente del malcapitato, e tramite messaggi o chiamate, riesce a ingannare chi è dall’altra parte del telefono, magari tramite link che poi chiedono dati strettamente personali e credenziali svuota conto. La truffa di cui stiamo per parlarvi è già nota, ma ancora oggi è molto diffusa.
C’è una truffa detta Wangiri, che è piuttosto rischiosa, in quanto consiste in uno squillo.
Nello specifico, quello che accade è che sul proprio cellulare, giunge uno squillo. La truffa è detta Wangiri, perché ha avuto origine in Giappone. In dettaglio, quel che accade è che si ricevono chiamate dall’estero, e l’intento è che la vittima richiami. Una volta che l’utente, probabilmente spinto dalla curiosità, richiama, potrebbe vedersi attivare alcuni servizi a pagamento, tramite abbonamenti, che in breve tempo, faranno sparire i soldi dalla sua SIM.
È dunque una truffa svuota conto a tutti gli effetti, e non è difficile caderci, perché essere richiamati è proprio l’obiettivo di chi inganna. Tuttavia, un modo per potersi tutelarsi al meglio, c’è. Nello specifico, è importante, una volta accortisi della chiamata o di più chiamate, come avviene in molti casi, non richiamare affatto.
Tra l’altro, questi numeri possono essere riconosciuti perché sono, per lo più, chiamate che provengono da prefissi esteri. Ad esempio, si tratta di telefonate che arrivano dalla Tunisia, il cui prefisso è +216, oppure dall’Inghilterra, +44. Potrebbero anche giungere da Moldavia, Cuba e molti altri Stati esteri. La modalità di tutela, in qualunque circostanza, è sempre quella di non richiamare tali numeri, a meno che non siano numeri di persone che si conoscono e che vivono all’estero, e che magari abbiamo in rubrica.
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