La pensione spetta anche ai figli: la Cassazione cambia tutto, come adeguarti

L’INPS riconosce delle specifiche prestazioni al coniuge e ai figli in caso di morte di un lavoratore o di un pensionato. Quando spettano?

I familiari di un lavoratore o di un pensionato deceduto hanno diritto a una pensione, la cd. pensione ai superstiti. La misura serve a proteggere i familiari più stretti del defunto, ossia il coniuge e i figli, consentendo loro di poter continuare a soddisfare i propri bisogni, così come faceva l’assicurato deceduto. In alcune particolari ipotesi, la pensione viene riconosciuta anche ad altri familiari.

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La nuova sentenza della Cassazione sulla pensione: cosa cambia per i figli – Rollercoasterrevolution.eu

Se, infatti, mancano il coniuge e i figli, la prestazione spetta ai genitori dell’assicurato o del pensionato e, in mancanza anche di questi ultimi, ai fratelli celibi e alle sorelle nubili a carico dell’assicurato o del pensionato, al momento della morte. Di recente, la Corte di Cassazione ha precisato un importante principio in tema di pensione riconosciuta ai familiari superstiti. Scopriamo cosa ha stabilito.

Pensione ai superstiti: la nuova decisione della Corte di Cassazione

La pensione ai superstiti si distingue in due differenti prestazioni: la pensione di reversibilità e la pensione indiretta. La prima spetta nel caso in cui il defunto era pensionato, mentre la seconda se il defunto era un lavoratore e aveva maturato almeno 780 settimane di contributi oppure 260 settimane di contributi, di cui 156 nei cinque anni precedenti la data del decesso. Se, invece, non si hanno i requisiti per nessuna delle due prestazioni, può essere erogata la cd. indennità di morte, una misura una tantum il cui importo dipende dall’anzianità contributiva maturata dall’assicurato deceduto.

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Pensione, la nuova sentenza della Cassazione – Rollecoasterrevolution.eu

Di recente è stato chiarito che anche i coniugi separati hanno diritto alla pensione ai superstiti. La prestazione, dunque, va riconosciuta anche al coniuge separato con colpa o con addebito della separazione. Tale principio è stato comunicato dall’INPS, che si è adeguato a un consolidato orientamento della Corte di Cassazione. In passato, l’Istituto di Previdenza ha seguito una regola differente nel caso di erogazione della pensione ai coniugi separati per colpa o con addebito della separazione. Il beneficio, infatti, veniva assegnato solo nell’ipotesi in cui il coniuge percepisse l’assegno di mantenimento.

I giudici di legittimità, invece, hanno specificato che non è ammissibile una simile disparità di trattamento in caso di separazione. La pensione va, quindi, erogata anche al coniuge separato per colpa o con addebito, per il quale vige anche la presunzione legale di vivenza a carico del deceduto al momento della morte. Riprendendo il principio della Corte di Cassazione, l’INPS ha chiarito che il coniuge separato è assimilato al coniuge superstite e, di conseguenza, gli spetta sempre la relativa pensione.