Quello che bisogna sapere sull’anticipo del TFR, con due comode vie da ABI e INPS ma occorre fare attenzione a non sbagliare. Tutte le informazioni utili.
Come sappiamo, i dipendenti pubblici possono ottenere l’anticipo del TFR, il trattamento di fine rapporto che si ottiene alla cessazione del rapporto di lavoro. Il TFR generalmente viene corrisposto ai lavoratori dipendenti quando si va in pensione ma anche dopo le dimissioni volontarie o il licenziamento.
Si tratta di una somma che viene accantonata nel corso degli anni della carriera lavorativa, conosciuta anche come liquidazione. Se i tempi di pagamento del TFR nel settore privato sono abbastanza brevi, invece nel settore pubblico sono differiti e possono arrivare fino a 24 mesi. Comunque, i dipendenti pubblici possono chiedere il pagamento in anticipo della somma a cui hanno diritto, tramite prestito.
Precisiamo anche che nel settore pubblico il TFR è chiamato TFS, trattamento di fine servizio, ma si tratta della stessa cosa: la somma che si riceve alla cessazione del rapporto di lavoro. Nel linguaggio comune si usa l’acronimo TFR, più diffuso. Di seguito scopriamo in dettaglio come i dipendenti pubblici possono riceverlo in anticipo.
Per ottenere l’anticipo del TFR o TFS, invece di attendere il termine differito, i dipendenti pubblici che vanno in pensione possono ottenere un prestito agevolato in banca, tramite convenzione ABI, oppure rivolgendosi all’INPS. Si tratta di due modalità diverse che bisogna conoscere per essere preparati ed evitare errori. Alcuni lavoratori, infatti, possono avere necessità di ricevere il trattamento di fine servizio subito, senza aspettare la scadenza e possono ottenerlo seguendo le due strade indicate. Ecco come.
In primo luogo, i dipendenti pubblici che sono iscritti al Fondo Credito (ex INPDAP e Pubbliche Amministrazioni) possono chiedere l’anticipo integrale del TFS all’Inps, con un prestito al tasso di interesse all’1%. Oppure possono rivolgersi a una banca per ottenere un prestito con la convenzione ABI ma per una somma massima di 45mila euro, non dunque un anticipo integrale del TFS, con un tasso dello 0,40%.
A chi accede all’anticipo del TFS tramite l’Inps, poi, si applica una ritenuta dello 0,50%, per spese di amministrazione, sulla somma anticipata al lordo degli interessi. Hanno diritto all’anticipo Inps i dipendenti pubblici in pensione con trattamento di vecchiaia o anticipato, con Quota 100-102-103, con pensione anticipata Precoci o con Opzione Donna. La domanda va presentata online sul sito web Inps. I tempi di lavorazione della richiesta arrivano fino a un massimo di 180 giorni, circa 6 mesi.
Per ottenere il prestito bancario, invece, occorre prima aver acquisito la documentazione che certifica e quantifica il TFR/TFS maturato e il diritto all’anticipazione, sempre tramite procedura online sul sito Inps. Quindi ci si può rivolgere a un istituto convenzionato e chiedere l’anticipo sulla liquidazione. Con la convenzione ABI, come abbiamo detto, si può ottenere un anticipo/prestito fino a 45mila euro del TFS, con un tasso di interesse teorico dello 0,40%, quindi pagando 180 euro circa.
La controindicazione rispetto a quest’ultima modalità è che sono molto poche le banche convenzionate disposte a concedere un anticipo sul TFS con un tasso di interesse così basso. Tutte le altre concedono prestiti ma a tassi decisamente più elevati, anche fino al 4%. Dunque questa modalità può essere poco praticabile. La procedura complessiva può richiedere fino a 3 o 4 mesi: 90 giorni per la certificazione dall’Inps e un mese per la conclusione del contratto con la banca.
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