Molti lavoratori si chiedono se richiedere l’invalidità possa mettere a rischio il proprio posto di lavoro: ecco la verità e quali errori evitare.
Nel mondo dell’invalidità sul lavoro è facile fare confusione: si può lavorare pur percependo gli assegni assistenziali di invalidità? La domanda non ha una semplice risposta, ma si può partire precisando che esistono diversi tipi di prestazioni di invalidità.
Due di tipo previdenziale (Assegno ordinario di invalidità e pensione di inabilità) e due di tipo assistenziale (assegno mensile per invalidi parziali e pensione di invalidità). Ognuna di queste prestazioni ha le sue restrizioni sul mondo del lavoro, ma solo una di esse proibisce al percettore di lavorare: la pensione di inabilità.
I soggetti che ricevono l’Assegno ordinario, l’assegno mensile o la pensione di invalidità possono continuare, in una certa misura, a lavorare; tuttavia devono essere rispettati alcuni requisiti reddituali perché la pratica del lavoro sia ritenuta lecita, pena la perdita della prestazione o il licenziamento dal posto di lavoro.
Ad esempio chi percepisce l’Assegno ordinario può lavorare, tuttavia l’importo di suddetto assegno viene ridotto del 25% o 50% in base al reddito dichiarato proveniente dall’attività lavorativa.
Anche chi riceve l’assegno mensile per invalidi parziali e chi beneficia di una pensione di invalidità al 100% possono continuare a svolgere un’attività lavorativa, tuttavia la prima categoria rientra tra chi può lavorare soltanto dal 2022, grazie all’entrata in vigore della legge di conversione del Decreto Fiscale 2022. Nel 2024 chi riceve un assegno per invalidità parziale può lavorare soltanto ad una condizione: il suo reddito annuo non deve superare i 5.725,46 euro annui.
È bene far presente che un datore di lavoro non può licenziare un suo lavoratore dipendente diventato inabile a svolgere la propria mansione; dunque secondo la legge il lavoratore può richiedere, se ne sussistono le premesse fisiche, la disabilità e il datore di lavoro è dovuto a trovare un nuovo incarico per il dipendente, all’interno della sua azienda.
Dunque il lavoratore è protetto dalla legge e non può essere licenziato in caso di infortunio o malattia, anzi. Il datore di lavoro deve ricollocare il dipendete in una posizione adeguata alle sua capacità e, nel caso in cui venga assegnato ad un lavoro inferiore (e con uno stipendio minore) lo stipendio deve rimanere invariato.
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